Sporcarsi le mani serve, ma non basta

Sporchiamoci
La terza tappa di Sporchiamoci le mani si è tenuta domenica 24 luglio e questa volta i volontari si sono occupati della zona del Castelluccio, ripulendo la strada che va dall’area antistante il cimitero alla sommità del Castelluccio. Una tappa molto impegnativa. E non certo per la salita. Più le strade sono nascoste e poco visibili, e più affiora il lato peggiore delle persone. Tra i quintali di rifiuti rinvenuti, c’era sufficiente materiale per arredare intere case, uffici e officine: televisioni, materassi, mobili, pneumatici, calcinacci e sacchetti vari.
Alla manifestazione – promossa dal blog Leander.it e supportata dalla municipalizzata Alba srl con la fornitura di mezzi meccanici ed attrezzature varie – hanno preso parte molte associazioni battipagliesi, la protezione civile, alcuni rappresentanti politici della nuova amministrazione, e alcuni rifugiati ospiti del nostro territorio.
I social network e il web sono istantanei nella narrazione della giornata, nella rappresentazione dei partecipanti e della loro allegria. Più che sulla cronaca o sui nomi, quindi, è più interessante soffermarci sul messaggio che queste realtà hanno voluto mandare. Collaborazione e legame con il proprio territorio. Vita e fatica a disposizione di buone pratiche. Coscienti che qualsiasi tipo di crisi necessita sempre di un po’ di sacrificio e di un colpo di reni per uscirne. Un messaggio tutto positivo e rivolto a tutta la città, a chi li ha lodati e a chi li ha contestati (anche se non si capisce bene per quale motivo).
Una cosa è certa: non potrà essere sempre l’entusiasmo dei volontari, pochi o tanti che siano, a colmare le mancanze di questa città. Per quante tasse si vogliano pagare al servizio rifiuti, queste non potranno mai equiparare il danno, economico e ambientale, che producono gli incivili che abbandonano rifiuti. Incivili e coscienti dell’inciviltà tanto da cercare strade buie e poco trafficate per consumare di nascosto il loro rito dell’abbandono illegale dei rifiuti.
Sarà compito della politica capitalizzare eventi come Sporchiamoci le mani. A una riorganizzazione più efficiente del ciclo di raccolta e ad un potenziamento delle unità di spazzamento, necessiterà affiancare un valido programma culturale ed educativo, con azioni che richiamino direttamente i cittadini alla cura degli spazi comuni.
Se questo argomento non diventerà una battaglia di amministrazione contro cittadini o maggioranza contro opposizione, se questo argomento diventerà momento collaborativo orizzontale senza che nessuno cerchi di mettervi su il proprio marchietto, solo allora si giungerà a una reale evoluzione della città e solo allora, forse, si potrà parlare di cambiamento.

Nella foto: Battipagliesi e richiedenti asilo durante Sporchiamoci le mani

29 luglio 2016 – © Riproduzione riservata

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