Stessa sorte per le case in via don Sturzo?

[di Carmine Landi]

Per ogni giorno basta la sua pena. Se di questi tempi sono le 112 famiglie di Belvedere di sopra a districarsi tra fogli di carta e calcolatrici, di qui a qualche mese toccherà alle 70 del rione Sant’Anna pagare il conto – decisamente più salato – del contenzioso gemello sorto sui terreni di via don Sturzo, chiuso con un accordo transattivo da 5,6 milioni di euro tra il Comune e la proprietaria dei suoli occupati e mai espropriati, quelli di Enrica Campione, accanto all’ex officina Pietrasanta. Su mandato dell’Ufficio tecnico, l’ingegnere Caggiano effettuerà anche in questo caso un lavoro analogo a quello di via Compagnoni: l’estimo è appena iniziato, è in corso di discussione la definizione delle linee guida. Pure a Sant’Anna, però, dovranno pagare per tenersi un tetto sulla testa. A dare impulso alla regolarizzazione della querelle di Belvedere, d’altronde, sono stati soprattutto i fari della Procura: la mancata definizione – nei mesi scorsi adottata soltanto a fronte di  richiesta specifiche avanzate dai singoli assegnatari – delle debenze per il diritto di superficie e per l’affranco delle case di via Compagnoni è oggetto d’indagini (il Pm titolare, Elena Cosentino, le ha delegate ai finanzieri della locale Compagnia, agli ordini del capitano Agostino Fasulo: lo stesso “tandem” dell’inchiesta sui posteggi fuori mercato) all’esito d’una denuncia sporta da Domenico Budetta, uno dei condomini. L’ipotesi di reato – a carico d’ignoti – è di rifiuto e omissione d’atti d’ufficio. E molti dei residenti sono sul piede di guerra: non pagheranno a cuor leggero, convinti del fatto che il credito, se sussistente, sia prescritto.

4 novembre 2023 – © riproduzione riservata

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