Telecamere con vista

[di Francesco Bonito]

TelecamereLe hanno accese, sono sedici. Avevamo esortato a farlo non più tardi di tre mesi fa (la copertina in foto è del 3 luglio scorso) e, certo non per accontentare il nostro giornale, i tre commissari lo hanno fatto. Onore al merito; avevamo scritto che avremmo seguito gli sviluppi di questa grottesca vicenda – in dieci anni tante promesse, tanti soldi spesi e nessun risultato – perciò ci tocca evidenziare che, anche questa volta, i commissari riescono dove i sindaci hanno fallito. Lo ricordiamo soprattutto a chi, con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale, si è dato alla critica sistematica del triumvirato, alla diffamazione, all’attacco personale, quasi sempre privo di solidi argomenti e col solo scopo di screditare chi oggi amministra la città. L’obiettivo di questi detrattori di professione è chiaro: evocare un sentimento nostalgico verso “i politici democraticamente eletti” o “i rappresentanti del popolo sovrano”. Fanno ciò per alimentare quel sentimento di sfiducia e rassegnazione che porta il cittadino elettore a pensare che, alla fine, sono tutti uguali: tutti un po’ incapaci, tutti un po’ “traffichini”, tutti un po’ al servizio di interessi privati e non pubblici. Perciò, se sono tutti uguali, tanto vale avere “sul Comune” dei battipagliesi, degli amici, dei “comparielli” che magari ti possono fare qualche piacere.
Ma non è così. Non sono tutti uguali. Chi ha memoria lo sa. Certo, chi in passato ha goduto di distrazioni o di coperture oggi non può essere felice, chi ha commesso qualche abuso non visto, chi ha incassato per anni generosi canoni di fitto dal Comune, chi ha occupato abusivamente case, chi ha gestito beni pubblici per quattro soldi, chi ha ottenuto incarichi e consulenze, chi ha percepito cospicui contributi, chi ha organizzato un ricco Natale… tutti questi non possono essere contenti del governo dei commissari e, ovviamente, si agitano affinché le cose tornino presto come ai bei tempi di una volta.
A questi paladini della democrazia, a questi orfani del voto, non va bene niente, nessun atto del triumvirato è pertinente né opportuno. Sono dei nostalgici, rimpiangono le tre dozzine di “assessori interinali”, la spesa senza controllo, il proliferare delle aziende partecipate, la mancata riscossione dei tributi e dei canoni di concessione (vedi parcometri), i giornalini pro sindaco da 60mila euro l’anno, le epurazioni di funzionari e dirigenti.
Bei tempi. Quanti ricordi, sarebbe bello riviverli, rivedere quel passato. Peccato non avere immagini di quegli anni, un filmato, anche solo qualche fotogramma. Dovete sapere che le telecamere c’erano ma, purtroppo, erano spente.

2 0ttobre 2015 – © Riproduzione riservata
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