Un difficile distacco
[di Lucio Spampinato]
Oggi ho deciso di abbandonarmi. Perciò, mi sono portato in un posto isolato, ad un bivio sulla tangenziale e mi sono legato al guardrail con una corda. Ho scelto un posto preciso, dove avevano già lasciato un cane. Un bel cane dal pelo vaporoso e le orecchie dritte che se ne stava lì con l’aria fiduciosa di chi crede nell’imminente ritorno del suo padrone. Il sentimento corretto mi è sembrato piuttosto simile all’illusione. Comunque, ho scelto quel posto: almeno sarei stato in compagnia. E mentre mi legavo, mi guardavo dritto negli occhi, come per muovermi a commozione. Ma non mi sono fatto intenerire e mi sono lasciato là, legato, con uno sguardo incredulo. E mi sono allontanato. E più camminavo, più mi pensavo, pensavo all’intera vita vissuta con me. Pensavo alle gioie e ai dolori che avevo condiviso con me, agli amori, ai viaggi, alle sconfitte. Tutte, sempre insieme con me!
Ho cercato di pensare ad altro, che al mio ritorno a casa mi sarei potuto sedere più comodamente sulla solita poltrona, senza che io mi infastidissi con la mia indecisione sul canale da scegliere. Anche la cena sarebbe stata più agevole, senza i miei capricci sulle cose da mangiare. Ma più mi allontanavo e più mi pensavo. Solo a quel crocevia desolato, sotto il fuoco incrociato dei fari delle auto con quel mio tipico sguardo, di fronte ad un tradimento, di illusione di aver frainteso, di chi pensa fermamente “Vedrai che torna!”, piuttosto che di lucido sdegno per il torto subito.
Non mi è stato più possibile andare avanti. Sono tornato indietro correndo e mi mancava il fiato, devastato dal pensiero che qualche macchina mi avesse investito. Ma invece no, quasi senza più aria nei polmoni, mi sono accorto che ero ancora lì. Accarezzavo e consolavo quel bel cane dal pelo vaporoso e dalle orecchie dritte e lui mi leccava la faccia e agitava la coda dalla gioia. Mi sono sciolto e ho sciolto anche quella povera bestia. Mi sono abbracciato; ci siamo abbracciati anche con Fido. Così mi è venuto di chiamarlo! Perché sono sempre quelli fiduciosi nel prossimo, quelli fedeli a prescindere, quelli appunto “Fidi”, che corrono continuamente il rischio di essere traditi; che poi significa essere portati con l’inganno oltre le linee avversarie e consegnati al nemico. Un nemico di abbandono, di solitudine, di oblio.
Mi sono riportato a casa insieme a Fido e nei suoi e nei miei occhi ho letto un sentimento piuttosto simile alla riconoscenza.
26 marzo 2022 – © riproduzione riservata