Un pessimo quadrimestre | di Silvana Magali Rocco

Inquinamento dell’aria: le centraline Sense Squaree Arpac hanno rilevato frequenti superamenti dei limiti di legge. Più di 70 volte negli ultimi quattro mesi

I dati rilevati dalle centraline
Sense Square il 29 dicembre scorso

Il quadro che emerge dal report sulla qualità dell’aria del progetto Safe-Breath, voluto dal Rotary Club Battipaglia ed elaborato dagli esperti della società Sense Square, non è certo rassicurante (vedi tabelle).
Le rilevazioni del materiale particolato aerodisperso sopraggiunte dalle centraline localizzate in viale Danimarca, via Parmenide e via Jemma sono allarmanti. Si registrano sforamenti dei parametri per ben 16 volte nel mese di settembre, 15 nel mese di ottobre, 20 nel mese di novembre e 27 nel mese di dicembre. Particolarmente preoccupante è il dato registrato il giorno 29 dicembre alle ore 21:47. I valori rilevati dalle centraline hanno evidenziato un picco di PM 2,5 di oltre i 120 µm e di PM10 di oltre 130 µm, i cui limiti stabiliti dalla legge sono come valore massimo giornaliero rispettivamente di 50 µg/m³ per la PM 10 e 25 µg/m³ per la PM 2,5.
L’anno nuovo non è certo iniziato nei migliori dei modi dal punto di vista della qualità dell’aria. Anche i dati rilevati dall’Arpac per la giornata di domenica 13 gennaio nella centralina di Parco fiume rilevano uno sforamento della PM 2,5 al di sopra della media. Ricordiamo che queste piccole particelle denominate appunto PM possono essere di natura organica o inorganica e presentarsi sia allo stato solido che liquido. Possono assorbire sulla loro superficie diverse sostanze con proprietà tossiche quali solfati, nitrati, metalli e composti volatili. Le polveri fini vengono classificate secondo la loro dimensione, che determina un diverso livello di nocività. Infatti, più queste particelle sono piccole più hanno la capacità di penetrare nell’apparato respiratorio. Le PM 2,5 possono essere respirate e spingersi nella parte più profonda dell’apparato, fino a raggiungere i bronchi. Le polveri ultrafini potrebbero essere addirittura in grado di filtrare fino agli alveoli e ancora più in profondità nell’organismo e, si sospetta, possano entrare nel circolo sanguigno e poi nelle cellule (per approfondire vi rimando all’articolo della dott.ssa Marsilia). 
In questo periodo, la situazione ambientale di Battipaglia è aggravata dalle condizioni meteorologiche che favoriscono un innalzamento del livello delle polveri fini. Infatti fenomeni atmosferici come quello dell’inversione termica, causano lo schiacciamento delle polveri al suolo e ne impediscono la dispersione. Il livello di concentrazione delle PM10 nelle aree urbane è correlato al traffico veicolare, all’uso di combustibili solidi per il riscaldamento domestico, ai residui dell’usura del manto stradale, dei freni e degli pneumatici delle vetture, e alle immissioni delle attività industriali. Sono sorgenti del particolato fine un po’ tutti i tipi di combustione, inclusi quelli dei motori di auto e motoveicoli, degli impianti per la produzione di energia, del materiale legnoso per il riscaldamento domestico, degli incendi e di molti altri processi industriali. 
È bene ricordare che la PM è costituita da materiale particolato aerodisperso e con il suo valore di concentrazione si intende l’insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide sospese in aria ambiente. Il termine PM 2,5 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 2,5 µm, una frazione di dimensioni aerodinamiche minori del PM 10 e in esso contenuta.
I limiti imposti dalle Direttive Europee in vigore sono rispettivamente di 50 µg/m³ come valore massimo giornaliero per la PM 10, che non può essere superato più di 35 volte nell’arco dell’anno. Mentre per la PM 2,5 si tiene conto della media annuale: tale valore non dovrebbe superare i 25 µg/m³.

18 gennaio 2019 – © Riproduzione riservata

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