Una giornata di vera integrazione
Termina il Ramadan e scelgono di passare una giornata al mare. È così che i migranti ospitati dalla Caritas di Caiazzano hanno festeggiato la fine del loro digiuno religioso. Il che pare quasi un paradosso se si pensa a quanti migranti abbiano perso la vita nelle acque dei nostri mari e quanti altri ancora, seppur sopravvissuti, vengano marchiati indelebilmente da un viaggio disperato.
Presso il lido Lago di Battipaglia i giovani profughi hanno trascorso una giornata di integrazione sociale, dal titolo: “Il mare non è nostro nemico! Con noi per un’onda di gioia”. Una giornata di mare, sole e sport. Sport usato come elemento aggregante e vettore per l’integrazione di questi ragazzi, inizialmente molto restii, ma soprattutto timorosi, all’aprirsi a coloro che li hanno accolti. L’evento è stato organizzato da Eppines Group Animazione di Gianluca Fusco, con Roberta Stromillo e Cinzia Lettera. La giornata ha previsto una lunga seduta di Life Pump, ginnastica, danza e allenamento sulla spiaggia con i bagnanti del Lido Lago.
Provenienti da diversi Paesi africani i giovani – con un’età compresa tra i 15 e i 18 anni – sono ospitati da circa nove mesi presso una struttura della Caritas della Diocesi di Teggiano-Policastro. Ragazzi semplici, la cui massima aspirazione è trovare un umile lavoro con cui poter vivere. Giunti in Italia nel mese di agosto dell’anno scorso insieme con altri 1.040 profughi, fra cui almeno cento minorenni, i tredici profughi sono sbarcati presso il porto di Salerno con la fregata “Virginio Fasan” della Marina militare italiana.
In un paese civile i richiedenti asilo (quali sono questi ragazzi che fuggono dal loro Paese perché perseguitati a causa della nazionalità, razza, opinione politica, religiosa e culturale) restano nei centri di accoglienza per rifugiati il tempo del disbrigo delle pratiche, ovvero circa tre mesi. In Italia, invece, possono restare anche per due anni in centri che spesso somigliano a lager, in cui l’unica certezza è che una volta fuori la disumanizzazione subita all’interno sarà tutto fuorché elemento di integrazione.
Non si sono fatte attendere neanche le polemiche, mosse da gruppi più o meno organizzati. Con il solito slogan di “prima gli italiani” hanno contestato e addirittura proposto di boicottare il lido che si è concesso all’iniziativa, accusando i gestori di non aver riservato lo stesso trattamento a giovani italiani. I presunti boicottatori hanno dimenticato però, che solo un paio di mesi prima i volontari della Croce Rossa hanno offerto attività ludiche e formative ai bambini battipagliesi, di qualsiasi etnia, proprio presso lo stesso stabilimento.
Inutile negare che quello della migrazione nel nostro Paese sia un problema, ma dato per scontato che non possa esistere un’Italia blindata, l’unica soluzione al momento percorribile è quella di sottrarre questa manodopera straniera alla criminalità organizzata trasmettendo cultura e valori a persone che della nostra realtà conoscono poco o nulla. È importante che loro capiscano (ma anche noi), ed è per questo che l’integrazione è fondamentale; far parte di un nuovo contesto sociale vuol dire abbracciare nuove realtà e non scontrarsi contro un muro d’odio e ostinazione idoneo solo a creare dissidi.