Veleni in maggioranza
La sera del 29 maggio, nella stanza del sindaco, ci sono i consiglieri di Forza Italia e Rivoluzione cristiana. Sono le 19, prima d’una riunione di maggioranza, alla quale l’assessore Giuseppe Provenza e i consiglieri di FI, Valerio Longo e Gerardo Zaccaria, e di Rc, Francesco Marino e Bruno Amendola, non parteciperanno. Hanno sottoscritto, con Fernando Zara, un documento politico: «Cecilia Francese – dicono – governa per slogan», dopo «un anno di preoccupante impasse amministrativa». Lamentano «un cerchio magico» e invocano una verifica di giunta per un eventuale rimpasto. Il resto della maggioranza fa quadrato attorno alla sindaca, che replica: «Il concetto di normalità a noi è ben chiaro; auspico che per tutte le forze politiche valga lo stesso». E annuncia il comizio del 10 giugno. A difesa della sindaca, quelli di Etica, con un comunicato a firma di Gianluca Di Giovanni. I forzisti presentano mozioni su mozioni: alta velocità, piano di zona, ztl. Giovedì 1 giugno, conferenza della Francese e del vice Ugo Tozzi: «Forza Italia – dicono – è in cerca di visibilità per problemi interni; fanno mozioni e aspettano che i fatti li facciamo noi». E la sindaca ritiene «grave» la firma di Provenza, frutto «dell’inesperienza di chi in passato è sempre stato in consiglio e ora siede in giunta». La risposta di Provenza: «Non mi pare che gli altri siano già stati assessori». E Longo rincara la dose: «Il bue chiama cornuto l’asino…». Il 4 giugno parla Fernando Zara, e dice che «la Francese è una dittatrice comunista», allude a un quartetto alla guida della città, composto dalla prima cittadina, dal vice, da Gerardo Rosania e da Franco Falcone, il suo «assassino politico», e aggiunge che «la federazione s’arricchirà di altri 2 o 3 consiglieri, tra cui Angelo Cappelli». Il consigliere provinciale risponde: «Parlerò in consiglio». E Antonio Sagarese apre alla fronda. Carlo Zara si dissocia: «Dietro FI c’è Bruno Di Cunzolo, e questo è un tentativo di restaurazione». L’ex coordinatore interviene, e parla di “Officina politica”, un progetto di Longo da lui condiviso, e dice che «FI ha smosso dal torpore una maggioranza incapace». E su Carlo: «E sarei pure il mentore del fratello? È un folle… ». Lunedì 5 la sindaca incontra i frondisti, senza Fernando Zara. «Tutto chiarito», dirà Longo il giorno dopo, e Provenza, per seri motivi familiari, partirà per Milano. Martedì 6 c’è una riunione di maggioranza: i frondisti sono a cena, ma Zaccaria è al vertice. Al termine dell’incontro, c’è un duro confronto tra lui e altri consiglieri “etici”, in particolare Stefano Romano. «Aggressione ai limiti della rissa», scrivono in una riservata personale alla sindaca i 4 consiglieri, invocando prese di posizioni pubbliche. Non arrivano, e al consiglio dell’8 giugno i frondisti non ci saranno. E la Francese e i suoi decidono di far fuori Provenza.