Villa Maria, finalmente!

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Con l’anno nuovo, arrivano buone nuove da Villa Maria. All’interno dell’immobile di via Etruria, che vanta il triste primato d’esser la più inaugurata – ma una delle meno utilizzate – tra le strutture pubbliche battipagliesi, nascerà una casa albergo per anziani autonomi e semiautonomi.
Infatti, il Settore delle Politiche Sociali del Comune di Battipaglia, nella persona della dirigente Anna Pannullo, ha determinato l’aggiudicazione definitiva della struttura all’Ati (associazione temporanea d’imprese) costituita dalla cooperativa Don Uva di Potenza e dalla 3 SSS Servizi Sociali Salernitani, e l’approvazione dello schema di convenzione. Una concessione di ventisette anni, che, ovviamente, è rinnovabile, in nome della quale l’associazione temporanea dovrà impegnarsi per dare il la al progetto entro aprile 2016. E nelle casse di Palazzo di Città, per la locazione della struttura, entrerà un canone annuo di trentamila euro.
Grazie all’impegno dei commissari straordinari Gerlando Iorio, Ada Ferrara e Carlo Picone, diventerà realtà l’idea, fortemente promossa nell’ottobre del 2009 dall’amministrazione Santomauro, di attivare all’interno dell’immobile, ubicato nel cuore del quartiere Sant’Anna, una casa albergo per anziani autonomi e semiautonomi. E il pool di tecnici comunali, insieme ai vertici delle due coop, ha già definito l’ammontare delle rette per beneficiare dell’ospitalità all’interno di Villa Maria: per ogni anziano autonomo, sarà corrisposta una quota mensile di 1.100 euro, mentre per i semiautonomi il costo è di 1.300 euro al mese.
Si chiude così un altro capitolo controverso della storia recente battipagliese. Tra il 2012 e il 2013, infatti, Santomauro e i suoi stabilirono di cedere a privati la struttura di via Etruria, e molti, in città, se ne meravigliarono, dal momento che, soltanto un anno prima, l’amministrazione comunale aveva impegnato un bel po’ di euro per la sua manutenzione straordinaria. Partì il regolare bando ad evidenza pubblica, ma sulle scrivanie municipali arrivò una sola offerta, formulata, appunto, dall’associazione temporanea campano-lucana: la proposta economica, però, fu ritenuta inammissibile, e Don Uva e 3 SSS vennero estromesse dalla gara.
A quel punto, i vertici della coop potentina, in accordo con la società salernitana, presentarono ricorso al Tar. E il tribunale amministrativo di Salerno, poi, ha emanato due sentenze. Nel 2014, infatti, il Tar approvò il ricorso della Don Uva e diede ragione alla cooperativa.
Da Palazzo di Città, però, si sollevò un’obiezione: il settore finanziario, infatti, opponeva l’inammissibilità della proposta economica. La Don Uva, a quel punto, presentò nuovamente un ricorso e, nei primi mesi del 2015, ottenne nuovamente ragione.
Insomma, la concessione s’ha da fare. E il Comune ha dovuto accettare.
La buona novella è che finalmente la struttura di via Etruria, consegnata all’Ente nel 1996, costata ben due miliardi di lire e inaugurata per ben tre volte, comincerà a svolgere l’attività per cui era stata progettata.

15 gennaio 2016 – © Riproduzione riservata
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